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GRUPPOANALISI

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Gruppoanalisi: la costruzione della mente nei gruppi umani

Nei primissimi anni Novanta avevo una conoscenza della Gruppoanalisi solo superficiale e libresca. Ero già formato come psicoterapeuta, ma fare lo psichiatra nei servizi pubblici mi spiazzava. Parlando con un singolo paziente, infatti, dopo un po’ sembravano entrare in scena intere famiglie, agglomerati del paese, fitte reti di sconosciuti personaggi…  non c’era fisicamente nessun altro, ma la narrazione soggettiva era talmente intessuta di pensieri condivisi, di emozioni e di rappresentazioni collettive da materializzare quasi nella stanza di consultazione gruppi dialoganti.

Avvertivo in misura crescente l’importanza di codici e significati sottintesi che accomunavano il paziente e i suoi familiari, il quartiere o il paese. Cominciavo a provare una certa insoddisfazione per i modelli teorici della mia formazione di base: troppo astratti, universalistici o meccanicistici, mi permettevano sì di inquadrare, ma sempre meno mi aiutavano a comprendere.

Ricordo un relatore affermare in un convegno che (cito a memoria) «la Gruppoanalisi nasce dove non ci limitiamo a pensare a un gruppo come al prodotto dell’interazione fra gli individui che ne fanno parte, ma cominciamo anche a pensare a un individuo come al prodotto dei gruppi che ne hanno popolato la storia personale».

Ecco profilarsi una teoria della mente radicalmente relazionale: «La mente è relazione. Non è concepibile un individuo se non in rapporto con un ambiente, né è concepibile un ambiente a prescindere da un individuo che lo concepisce» (D’Elia). Teoria della mente, ma anche della psicopatologia e della cura: «Se un ambiente è capace di distruggere un individuo, un ambiente può anche riorganizzarlo e guarirlo», scriveva in altro ambito disciplinare Bruno Bettelheim.

Non solo una terapia di gruppo

La Gruppoanalisi prese avvio negli anni Quaranta del secolo scorso per opera di psicoanalisti come Trigant Burrow e Sigmund H. Foulkes, che cominciarono a vedere i loro pazienti in gruppo. Lo sviluppo del modello si deve soprattutto a Foulkes e alla sua esperienza all’ospedale militare di Northfield. Nel 1952 Foulkes fondò con James Anthony, Pat De Mare, il sociologo Norbert Elias e altri gruppoanalisti della prima ora la Group-Analytic Society (GAS). 

La Gruppoanalisi foulkesiana si connotò subito non come un’analisi in gruppo di singoli pazienti, né come un’analisi di gruppo (cioè della dinamica del gruppo nel suo insieme), bensì come un’analisi attraverso il gruppo, focalizzata ora sugli individui, ora sul gruppo. Protagonista del lavoro analitico è il gruppo stesso, di cui l’analista fa parte con la funzione di facilitarne il processo. Nel gruppo i partecipanti danno vita a una reciproca immedesimazione, a un dialogo e a uno scambio che produce flessibilità psicologica, nuove chiavi di lettura e nuove modalità di regolazione degli affetti (matrice dinamica).

La Gruppoanalisi, però, non è solo una terapia di gruppo, è anche un solido modello per la terapia individuale. All’interno di una cornice psicoanalitica, apporta un'aderenza senza precedenti alla storia personale del paziente, alle peculiarità culturali, ai codici, alle sedimentazioni valoriali della sua famiglia, del suo paese, del suo ambiente, dei suoi gruppi naturali.

La teoria gruppoanalitica della mente si basa sulla nozione di matrice, la trama di pre-concezioni consce e inconsce, credenze, stili affettivo-emozionali e schemi di comportamento che l’individuo interiorizza nel bagno relazionale di tutte le sue esperienze gruppali: familiari e transgenerazionali, sociali e culturali. Per questo i terapeuti di formazione gruppoanalitica operano con dispositivi flessibili, includendo a volte nello scenario terapeutico altri componenti delle reti relazionali del paziente, nell’ottica della terapia familiare, della terapia di coppia e della terapia comunitaria (indispensabile questa nel trattamento della grave psicopatologia).

In Italia la Gruppoanalisi fu inizialmente introdotta da Diego e Fabrizio Napolitani e da Leonardo Ancona. Successivamente Franco Di Maria, Girolamo Lo Verso, Franco Fasolo, Corrado Pontalti e molti altri hanno apportato alla disciplina importanti e originali contributi. Il Laboratorio di Gruppoanalisi, istituito giuridicamente nel 1996 ma attivo di fatto dalla fine degli anni Settanta, fa parte della COIRAG (Confederazione delle Organizzazioni Italiane per la Ricerca Analitica sui Gruppi) e forma psicoterapeuti presso l’omonima Scuola di Specializzazione, nella cui sede palermitana ricopro ormai da tempo immemorabile proprio l’incarico di docente di Gruppoanalisi.